Buon pomeriggio. A distanza di una settimana prendo ad analizzare la sesta tappa del CSAjò Consentitemi, però, una digressione. Più precisamente una critica alla prolissità stilistica di alcuni interventi pubblicati sui diversi siti podistici. Premesso che l’esercizio della critica necessita di pacatezza d’animo, uso della ragione, riscontro della verità, onestà intellettuale, disciplina e coerenza, invito tutti coloro che scrivono oltre le quaranta righe, a pesare bene le parole; poiché certe affermazioni –sovente ridondanti di personalismi- non fanno che abbruttire gli scritti e adombrare la verità.Veniamo al dunque. Lo X-TERRA. Apoteosi del sesto atto del CSAjò. Apoteosi perché tale gara è stata la celebrazione solenne di un dio bifronte olimpico e catartico sui cui tratti, da un lato era scolpita la bellezza, dall’altro la fatica.
La bellezza si identificava nell’universo di colori variegati giocati tra cielo, terra, mare; oppure si percepiva olfattiva nei profumi, o nei sapori primordiali che bene rappresentano l’aspra e selvatica natura isolana; potevi ancora coglierla verificando l’unicità dei luoghi scelti per il tracciato della prova.
La fatica, invece, è ancora ben impressa nella mente e nello spirito di ogni concorrente che, incalzato da un sole giaguaro a caccia di vittime sacrificali, passo dopo passo, goccia di sudore dopo goccia, ha lanciato generosamente il proprio cuore oltre l’ostacolo per giungere al traguardo, alla meta.
La gara, quindi, una mezza-maratona fuoristrada è stata per tutti una prova eroica: esaltante, tragica, bella. La natura, il clima, il percorso hanno fatto selezione; ma nonostante le difficoltà da “girone dantesco” lo spirito indomito degli atleti ha avuto la meglio. Chiunque abbia tagliato il traguardo, forte d’inusitate capacità di adattamento e trasformazione, ha potuto gioire della propria personalissima niké.
I podisti in gara hanno realizzato l’impresa? Forse. Diciamo che l’hanno rinnovata; metro dopo metro, chilometro dopo chilometro nel viaggio metaforico, evocativo della corsa per giungere alla propria patria interiore cioè alla meta. O anche, brechtianamente parlando, realizzandosi nell’epica dimostrativa che educa a raggiungere uno scopo o a mettere a nudo la realtà.
A volte (l’impresa) coincide con la vittoria; altre s’identifica esclusivamente col gesto che permette ad ognuno, al di là delle capacità prestative, di portare a termine l’impegno anche se ostacolati dalle difficoltà, dalle traversie.
Che genere di manifestazione è stata l’X-TERRA? Atletica e al di là del bene e del male. La sua organizzazione? Direi buona. Si può migliorare. Qualche freccia d’indicazione in più non guasta. Quando la fatica incalza è più facile sbagliare; e tra sole a picco sui crani e polvere e fatica agonistica le visioni possono sempre indurre in errore. Anche il sottoscritto ha sbagliato strada ma non accampo scuse; poteva certo andarmi meglio ma tagliato il traguardo sono stato ben felice di aver concluso. Incappò in clamorose fuori-rotte persino Odisseo, e tutti sappiamo quali peripezie dovette affrontare prima di giungere ad Itaca, non vedo perché i podisti –che in certa maniera sono anch’essi marinai- non possano sbagliare. Diciamo che l’errore di rotta è al cinquanta per cento nostro e il restante dell’X-TERRA.
Ho letto che qualcuno è stato deluso dalla manifestazione. In particolare un mio compagno di squadra: Fausto Deandrea. Rispetto l’opinione del mio amico ma dissento. E’vero che qualche indicazione è mancata; vero che nelle premiazioni non sono stati usati prodotti locali o isolani come prescrive il CSAjò, ma sono forse mancati i ristori, compresi i minerali? A gare ben peggiori organizzate da persone irrispettose e inospitali si è partecipato, e nessuno, per questo, ha tentato l’assalto al Palazzo D’Inverno. Inoltre, se c’è stata sperequazione nelle premiazioni tra i primi di categoria e gli altri – i primi hanno avuto in premio un bel paio di scarpe da fuoristrada- ciò non significa che l’X-TERRA sia da mettere al bando.
Cala Ginepro, Bidderosa e dintorni -oasi lambite dal vento e dalla salsedine, ricche degli effluvi di rosmarino, elicriso, ginepro, pino, eucaliptus- sono luoghi singolari e mitologici che rimandano alle gesta degli antichi eroi. Per potenza psichedelica, colori, suoni e orizzonti da “Odissea Nello Spazio” un tracciato simile non ha eguali. Qualcuno, tra i podisti dubbiosi o poco avvezzi ad organizzare, ha da proporre un altro teatro naturale dove mettere in scena la nostra prossima e personalissima sfida estrema agli dei falsi e bugiardi?
Un’ultima cosetta: noi del CSAjò non siamo giudici; piuttosto siamo dei maieutici indegni allievi di Socrate. Per questo, sono convinto, che il prossimo X-TERRA farà tesoro delle critiche.
Ho letto che qualcuno è stato deluso dalla manifestazione. In particolare un mio compagno di squadra: Fausto Deandrea. Rispetto l’opinione del mio amico ma dissento. E’vero che qualche indicazione è mancata; vero che nelle premiazioni non sono stati usati prodotti locali o isolani come prescrive il CSAjò, ma sono forse mancati i ristori, compresi i minerali? A gare ben peggiori organizzate da persone irrispettose e inospitali si è partecipato, e nessuno, per questo, ha tentato l’assalto al Palazzo D’Inverno. Inoltre, se c’è stata sperequazione nelle premiazioni tra i primi di categoria e gli altri – i primi hanno avuto in premio un bel paio di scarpe da fuoristrada- ciò non significa che l’X-TERRA sia da mettere al bando.
Cala Ginepro, Bidderosa e dintorni -oasi lambite dal vento e dalla salsedine, ricche degli effluvi di rosmarino, elicriso, ginepro, pino, eucaliptus- sono luoghi singolari e mitologici che rimandano alle gesta degli antichi eroi. Per potenza psichedelica, colori, suoni e orizzonti da “Odissea Nello Spazio” un tracciato simile non ha eguali. Qualcuno, tra i podisti dubbiosi o poco avvezzi ad organizzare, ha da proporre un altro teatro naturale dove mettere in scena la nostra prossima e personalissima sfida estrema agli dei falsi e bugiardi?
Un’ultima cosetta: noi del CSAjò non siamo giudici; piuttosto siamo dei maieutici indegni allievi di Socrate. Per questo, sono convinto, che il prossimo X-TERRA farà tesoro delle critiche.
Ciao. E…avanti tutta con il CSAjò la prossima settimana a Tempio. M. Licheri.

sono pienamente d accordo a metà
RispondiEliminaSalve, sono d’accordo con te Michele, gli errori vanno evidenziati per permettere agli organizzatori di porre rimedio alle lacune.
RispondiEliminaPerò è anche vero che come in passato altre gare sono state bandite per aver perseverato, non si deve essere ostaggi di nessuno nel prendere eventuali decisioni, l’importante che le persone chiamate in causa prendano i provvedimenti opportuni.
Io insisto sul concetto che già ho citato in occasione della polemica sulla mancanza d’ acqua nella tua gara, infatti penso che gli organizzatori in linea di massima facciano il possibile per rendere la gara perfetta, quindi per qualche mancanza non vanno colpevolizzati, a meno che non diventi un vizio. Saluti e… ci vediamo a Tempio…….